PRIMA PARTE
INFANZIA
Proveniamo un po’ tutti dalla campagna e
se i nostri genitori fossero stati abitanti di una città, forse i nostri
ricordi non sarebbero così ruspanti e casalinghi. Per esempio mio padre aveva
conosciuto mia madre in una di quelle feste da ballo della Garfagnana, forse a
Barga o a Gallicano. Ero nato di conseguenza, come a volte succede in questi
casi. La mia famiglia viveva a Marilia, nella casa paterna a tre piani che ora
è occupata dalla famiglia di Giorgio, che è figlio di Lorenzo, fratello di mio
padre, il quale è stato il primo a morire dei quattro. Poi credo che sia stata
Ada, mio padre e per ultima Magali.
Della casa paterna i ricordi più concreti me li sono fatti dopo, quando visitavo gli zii suddetti, a volte posteggiato là per alcuni giorni, al piano terra, da zia Magali. Il paradiso era però il secondo piano, non perché vi avevo abitato, agli albori della mia carriera di bambino, ma piuttosto perché allora non ci stava nessuno. Era diventata piuttosto una giungla di armadi e casse e qualsiasi tipo di involucri, insomma, che potevano contenere tesori e misteri. Scaffali alti e impolverati, oggetti sconosciuti e scatoloni pieni che non si svuotavano mai. Reti finissime ereditate da ragni che non le avevano costruite personalmente, ma ricevute dai figli di figli di pazienti pescatori d’insetti, nell’oscurità dimenticata, nell'insieme di rumori ovattati di una vita remota che, fuori di là, aveva un altro ritmo e un’altra intensità di luce.